All’interno del Portfolio sono presenti due principali progetti svolti durante il Master presso l’Istituto Secoli. Il primo riguarda lo sviluppo e la progettazione della tesi di fine percorso, intitolata “TRANSITION”.

“Transition” come ad indicare un momento transitorio, in cui sono tre gli elementi dai quali trae spunto la collezione e mediante i quali volumi, texture e tessuti si sviluppano: la Sicilia come luogo di origine, Londra come luogo di rottura col passato e inizio di un nuovo presente e l’artista Agostino Bonalumi che, con le sue opere plastiche, richiama visivamente e concettualmente qualcosa di statico e al tempo stesso dinamico, racchiudendo in maniera astratta ciò che volevo comunicare con il termine “transizione”. Parte della Shapes Development Inizia con l’utilizzo delle reference dell’artista, utilizzando delle stecche come supporto “tecnico” nel ricreare volumi che richiamano le sue opere, inserite in contesti diversi come il jersey, oppure tessuti fermi come la lana o il cotone (presi da capi second hand). O ancora, dettagli che 

richiamano texture della parte contadina si mescolano insieme a colori forti come il giallo di Bonalumi, fondendosi all’irriverente estetica del punk. Tessuti strappati, macchiati, con una storia da gridare. 

“SKIRT”, nome del secondo progetto, si sviluppa utilizzando unicamente come ispirazione un capo vintage, in questo caso delle gonne. I codici vengono riscritti e reinventati, denaturalizzando la gonna dalla sua funzione e dalla sua estetica di partenza, trasformandola in nuovi capi tramite l’utilizzo del moulage.

In contemporanea ho analizzato la gonna nella sua funzione e importanza nel corso degli anni ’60 fino ad oggi. La sua lunghezza ha una forte valenza simbolica e di giudizio in base a chi la osserva (se troppo corta assume una connotazione, se trollo lunga un’altra, e cosi via). Partendo da questa premessa, ho mantenuto la parte provocatoria come elemento di analisi, inserendo nella mia progettazione l’artista americana Hanna Wilk, nello specifico l’utilizzo di alcune sue opere che richiamano la parte vaginale.

Esse saranno alla base di suggestioni per lo sviluppo di tessuti e shapes development. Ad esempio ricreandole con delle macchie di colore sul tessuto, oppure riproducendole astrattamente tramite delle pennellate, o ancora cercando di riprodurle in modo fedele con degli stampi in cui ho fuso dello stagno proveniente da posate e argenterie di seconda mano, ricreando cosi dei piccoli oggetti in miniatura.

Within the Portfolio there are two main projects carried out during the Master at the Secoli Institute. The first concerns the development and planning of the final thesis, entitled “TRANSITION“

“Transition” to indicate a fleeting moment. There are three elements the collection is inspired by and from which volumes, textures and fabrics are derived: Sicily, as the designer’s origins; London, as the rupture with the past and the start of a new present; the artist Agostino Bonalumi who, with his sculptural artworks, visually and conceptually evokes something static but also dynamic, embodying in an abstract way what the word “transition” expresses.

Part of the Shapes Development starts with the artist’s references, using splints as a “technical” support in recreating volumes that recall his artworks, placed in diverse contexts like jersey or fabrics like wool or cotton, details that bring to mind countryside fabrics mix with strong colours, like Bonalumi’s yellow, fusing with punk’s irreverent aesthetic. Ripped, stained fabrics, with a story to scream out.

“SKIRT”, the name of the second project, is developed using solely a vintage garment as inspiration, in this case skirts. The codes are rewritten and reinvented, denaturalizing the skirt from its original function and aesthetics, transforming it into new garments through the use of moulage.

At the same time I analyzed the skirt in its function and importance during the 1960s until today. Its length has a strong symbolic and judgmental value based on who observes it (if too short it takes on one connotation, if it is long it takes on another, and so on). Starting from this premise, I kept the provocative part as an element of analysis, inserting the American artist Hanna Wilk into my design, specifically the use of some of her works that recall the vaginal part.

Her art work it’s the basis of suggestions for the development of fabrics and shape development, for example recreating them with spots of color on the fabric, or reproducing them abstractly through brushstrokes, or even trying to reproduce them faithfully with molds in which I melted tin from second-hand cutlery and silverware, thus recreating small objects in thumbnail.