Mi chiamo Sara Del Bene e sono laureata al corso triennale FASHION DESIGN MODELLISTICA E SARTORIA DONNA all’ Istituto Secoli di Milano. Questo è il mio portfolio, dove presento alcuni progetti svolti in questi tre anni.
PROGETTO TESI SCEGLI CON CURA LE PAROLE DA (NON) DIRE.
“LE PAROLE, SI LE PAROLE, LO “STRUMENTO” (POSSIAMO CHIAMARLO COSI’?) PIU’ BANALE, SCONTATO, COMODO E SOTTO MANO CHE L’ ESSERE UMANO PENSA DI AVERE, O MEGLIO CONTROLLARE IN OGNI ATTO DELLA PROPRIA “MESSA IN SCENA”, OVVERO LA PROPRIA VITA. OGNI GIORNO C’È NE RIEMPIAMO LA BOCCA PENSANDO CHE POSSANO DIRE TUTTO DI NOI, TUTTO DEGLI ALTRI, TUTTO DEL MONDO, CON COSI’ TANTA SICUREZZA, QUASI ARROGANZA, DATA FORSE DALLA FRUSTAZIONE? DALL’INSODDISFAZIONE? O FORSE DAL NON RENDERSI CONTO CHE QUESTE PAROLE COSI’ BANALI, COSI’ SEMPRE SOTTO MANO SONO UN’ ARMA, LA PIU’ POTENTE? LA PIU’ DOLOROSA? LA PIU’ DIFFICILE DA USARE? LA PIU’ VULNERABILE? LA PIU’IMMUTABILE? LA PIU’ DISTRUGGENTE O RIPARATRICE? LA PIU’ RUMOROSA O SILENZIOSA? LA PIU’ COSCIENTE O INCOSCIENTE?”
Nella mia ricerca il motore del processo creativo è stato il capire l’unicità di ogni parola, in ogni sua forma e dimensione. Non ho trovato risposte onnivalenti, ma solo parole che spiegassero altre parole. Nel tentativo di annullare questa tautologia mi sono ispirata a “La Favola”, un testo dove Gino Strada racconta ai bambini dell’importanza di utilizzare le giuste parole con il loro appartenente significato nella nostra società, perché anche le parole più incoscienti devono essere scelte e usate da una mente cosciente affinché si possa raggiungere un livello di comprensione dell’altro che vada oltre l’ascolto. E se lo scrittore per parlare di parole ha scelto di dare a queste la forma leggera di favola, io ho voluto approfondirne la dimensione estetica, creando un immaginario che sia un invito gentile a scegliere le parole, un campanello d’allarme quando la loro presenza rischia di diventare assordante, un promemoria per farne buon uso.
Dal processo creativo ho raggiunto una collezione di 20 outfit, facendo ricerca stile, tessuti, colori e accessori, dopo di che ho realizzando 5 outfit completi, curando la modellistica e la confezione, ma anche l’immagine, lo styling, al momento dello shooting e della presentazione del progetto.
PROGETTO SFILATA STASI
Anche la staticità è in continuo cambiamento, ecco perché abbiamo fatto un “furto al tempo”. Con una lunga ricerca creativa attraverso immagini vive e dinamiche abbiamo colto la rinnovabilità in un immaginario statico, dove il soggetto inizia ad integrarsi nell’ambiente grazie alla sua stasi rinnovabile.
Lavoro di team, mirato sullo studio concettuale di micro temi, per poi ricavarne un immaginario concettuale e creativo coerente, attraverso ricerca stile, cartelle colore, cartelle tessuti per poi realizzare outfit in linea fra loro, per una stessa collezione.
PROGETTO CLO 3D CLO 3D
Riproduzione con programma CLO 3D, di un outfit che ho realizzato in una collezione del secondo anno. Costruendo la base del modello dall’ inizio per poi montarla e realizzare il rendering finale per poi procedere con i vari salvataggi.
MY NAME IS SARA DEL BENE AND I GRADUATED FROM THE THREE-YEAR COURSE FASHION DESIGN MODELLING AND WOMEN TAILORING AT THE ISTITUTO SECOLI IN MILAN. THIS IS MY PORTFOLIO, WHERE I PRESENT SOME PROJECTS CARRIED OUT IN THESE THREE YEARS.
CHOOSE WORDS CAREFULLY FROM (NOT) SAY.
“Words, yes words, the most banal, predictable and comfortable tool (can we call it this way?) that the human being believes to own, or to control in every act of his/her own staging, that is his/her life.Every day we fill our mouths with them, thinking that they can tell everything about us, about others, about the world, with so much confidence, almost arrogance, maybe caused by frustration? By dissatisfaction? Or maybe caused by not being able to understand that these words, so banal, and so always available, are a weapon, the most powerful one? The most painful one? The most vulnerable one? The most destructive or the most restorative one? The loudest or the quietest one? The most conscious or unconscious one?”
In my research, the engine of the creative process was understanding the uniqueness of every word, in every shape and dimension. I didn’t find omnivalent answers, but only words explaining other words.In an attempt to annul this tautology, I took inspiration by “La Favola”, a text where Gino Strada tells children about the significance of using the right words, with their apparent meaning within our society, because even the most unconscious words must be chosen and used by a conscious mind in order to reach a level of comprehension of the other that goes beyond listening. And if the writer, in order to talk about words, has chosen to give them the light shape of a fairy tale, I wanted to deepen the aesthetic dimension by creating an imaginary which can be a gentle invite to choose words, an alarm bell when their presence risks to become deafening, a reminder to make good use of them.
Starting with the creative process, I then got to a collection if 20 outfits, through a research of style, textures, colors and accessories; after this I then realized 5 complete outfits, by taking care of the modeling and packaging, but also of the image, the styling both during the shooting and the presentation of the project.
STASIS
Even staticity is a continuous change, that’s why we “stole from the time”. Thanks to a long creative research and through dynamic and live images, we captured renewability within a static imaginary, where the subject starts to integrate into the environment thanks to its renewable stasis.
Team work, aimed at the conceptual study of micro-themes, in order to find a coherent and creative conceptual imaginary, through a research of style, color folders and texture folders to create outfits in line with each other, for the same collection.
CLO 3D
Reproduction with CLO 3D program, of an outfit I realized within a collection of the second year. By creating a basis of the model from the beginning, assembling it and realizing the final rendering, saving the changes at every step.