Romeo Gigli

Romeo Gigli

Nel 1968 un nuovo amico letterario, “Il giovane Holden”, lo sostiene nella ribellione e nella fuga in giro per il mondo. L’innato talento di vestire le donne prorompe violentemente proprio in questi anni e, per gioco, nasce il primo laboratorio di vestiti.

Nel 1979 un sarto newyorkese, affascinato dal suo modo di vestire, lo ingaggia per realizzare a quattro mani una collezione uomo. La moda diventa il suo mezzo di espressione, continuamente contaminato e messo in relazione con altre creatività: l’arte, la musica e soprattutto il design. Un dialogo tra presente e passato in costante evoluzione che lo porta, nel 1987, ad essere consacrato dalla stampa internazionale come “L’enfant prodige de la mode”.

Il dialogo costante tra le creatività lo trasforma in mentore, portandolo a progettare lo spazio di “10 Corso Como“. Mescola le sue collezioni con quelle dei designer che lo emozionano: il Primo John Galliano, Martin Margiela, Issey Myake, Sybilla.

Nel 1992, il Ministro della Cultura francese, Jack Lang, gli conferisce il titolo di “Chevalier de l’ordre des artes et des lettres”. Nel 1995, collabora con John Eliot Gardiner nella progettazione degli abiti per il “Don Giovanni“ di Mozart.

Nel 1996, Louis Vuitton chiede a Romeo di progettare una borsa in edizione limitata in occasione del centenario del monogramma. Nel 2008 firma il progetto allestitivo per la mostra “Cina alla corte degli imperatori” a Palazzo Strozzi di Firenze e, nel 2017, ricopre il ruolo di direttore creativo per il don Giovanni di Mozart, prodotto da Barnaba Fornasetti.

Il racconto della sua poetica è espresso attraverso la collaborazione con fotografi che di volta in volta Romeo seleziona : Paolo Roversi, Max Vadukul, Xavier Vallhonrat e il caro amico Richard Avedon.

Dal 2018, ricopre il ruolo di Presidente del Dipartimento di “Textile & Fashion design” di IAAD – the Italian University for Design.