Il mio portfolio, presenta i miei ultimi progetti di fashion design che meglio rappresentano la mia visione e il mio stile nello sviluppo di una collezione.
Come primo progetto, abbiamo LA TESI, che parte da un discorso di UNSEEN REALITIES. Realtà non viste, che impediscono di vedere l’esterno in modo chiaro e definito, ma sempre offuscato a causa di convinzioni, stereotipi e tanto altro, che ormai sono instaurati nelle nostre menti in modo involontario. partendo da questo aspetto la mia tesi presenta quella che è una realtà (fittizia), che sostiene che, “le persone avranno per sempre un esperienza limitata a meno che non riescano ad appropriarsi dello spazio di cui hanno bisogno per esistere ed avere una presa di coscienza effettiva. si ha quindi questo stato di mezzo, che tratta di un cercare di uscire dal propio stato mentale e l’essere ancora bloccato dai limiti e le restrizioni delle unseen realities. si avrà poi un raggiungimento dello spazio, uscendo quindi dallo stato mentale passando ad uno spazio fisico, che in questa prima parte sarà prettamente atmosferico, quasi infinito. infine si vedrà uno spazio che diventa sempre più definito e chiaro, che ci mostrerà tutto ciò che era offuscato inizialmente. LE REALTA NON VISTE, DIVENTANO VISTE. tutto ciò che nel mondo sta succedendo, tutto ciò che non ci tocca in primo luogo, che noi “ignoriamo” anche se sta accadendo ci verrà comunicato in modo chiaro. Avremo così una presa di coscienza effettiva.
Con il secondo progetto presento il lavoro di gruppo della sfilata “EVOLUZIONE CREATIVA”, Progetto che consisteva in un macro tema ovvero di trovare un tipo di valore che nel tempo venisse portato avanti in modo contemporaneo. I tipi di valore erano: estetico, artIstico, sociale e storico. Noi con un lavoro di gruppo abbiamo sviluppato quello estetico. Sviluppando così una sfaccettatura del macro tema, creando un concetto legato a quest’ultimo valore. Ci siamo concentrate su un processo di Evoluzione, partendo dall’ Origine della Specie di Darwin e guar- dando negli anni fino ad oggi dove quel concetto di estetica veniva ripreso. Siamo pas- sate così da Darwin, a letterari all’arte surrealista. Creando quest’ipotetica forma di vita (surreale), che parte da forme più concrete e definite fino ad arrivare ad una perdita della forma effettiva e diventare solo essere. Passando così da uno stato di evoluzione nel primo stato molto tranquillo, lento per poi passare a un movimento molto più velo e indefinito.
Con il terzo progetto invece (seconda collezione del secondo anno), “WASTE LAND”, sono partita da un discorso di spreco generale, analizzando quindi vari tipi di spreco (alimentare, tessile e così via…). decidendo poi di concentrarmi sul discorso di discarica, mettendo però in contrasto la discarica vista dal punto di vista di discarica vera e propria (quindi di oggetti e cose materiali), e una discarica più metaforica, mentale, che “vede al suo interno” un accumulo di “oggetti” pensieri, confusione. si crea una drammaticità delicata in contrapposizione alle immagini forti di spreco e discariche.
Infine, con “CARE”, Il mio progetto della prima collezione, son cercata di partire da un discorso di pelle e da un analisi di quest’ultima. Vedendola come una superficie un primo strato da proteggere e da iniziare a curare.
Introducendo così il concetto di cura personale, del cercare di stare bene e a proprio agio con il
proprio essere. Creando così uno stato di piacere e comfort e di sensazioni delicate e morbide. Cercando di far ricordare che in un mondo in cui ci sono stereotipi di bellezza e tanto altro, bisogna sempre cercare di volersi bene e avere cura di se stessi.

My portfolio, presents my latest fashion design projects that best represent my vision and style in developing a collection.
As the first project, we have THE THEME, which starts from a discourse of UNSEEN REALITIES. Unseen realities, which prevent us from seeing the outside in a clear and defined way, but always blurred due to beliefs, stereotypes and so much more, which are now unintentionally established in our minds. starting from this aspect, my thesis presents what is a (fictitious) reality, which argues that, “people will forever have a limited experience unless they can appropriate the space they need to exist and have an actual awareness. you then have this in-between state, which deals with a trying to get out of one’s mental state and still being blocked by the limitations and restrictions of the unseen realities. you will then have an attainment of space, thus moving out of the mental state into a physical space, which in this first part will be purely atmospheric, almost infinite. finally you will see a space that becomes more and more defined and clear, which will show us everything that was blurred initially. REALITIES NOT SEEN, BECOME SEEN. everything in the world that is happening, everything that does not touch us in the first place, that we “ignore” even though it is happening will be communicated to us clearly. We will then have effective awareness.
With the second project I present the group work of the fashion show “CREATIVE EVOLUTION.” Project that consisted of a macro theme that is to find a type of value that would be carried forward in a contemporary way over time. The types of values were: aesthetic, artistical, social and historical. We with group work developed the aesthetic one. Thus developing a facet of the macro theme, creating a concept related to the latter value. We focused on a process of Evolution, starting with Darwin’s Origin of the Species and guarding over the years to the present where that concept of aesthetics was being taken up. We thus went from Darwin to literary to surrealist art. Creating this hypothetical (surreal) form of life, which starts from more concrete and defined forms until it loses its actual form and becomes just being. Thus moving from a state of evolution in the first state very quiet, slow to a much more velo and indefinite movement.
With the third project instead (second year’s collection), “WASTE LAND,” I started from a general waste discourse, thus analyzing various types of waste (food, textile, and so on…). Then deciding to focus on the di-last of landfill, however, contrasting the landfill seen from the point of view of actual landfill (thus of material objects and things), and a more metaphorical, mental landfill, which “sees inside” an accumulation of “objects” thoughts, confusion. a gentle drama is created as opposed to the strong images of waste and landfill.
Finally, with “CARE,” My first collection project, I tried to start from a discourse of skin and an analysis of it. Seeing it as a surface a first layer to protect and to start caring for.
Thus introducing the concept of personal care, of trying to feel good and comfortable with one’s being. Thus creating a state of pleasure and comfort and soft, gentle sensations.
Trying to make people remember that in a world where there are stereotypes of beauty and so much more, one should always try to love oneself and take care of oneself.