Sono Manuela Esposito, aspirante fashion designer nata a Napoli, classe 2002.

Cresciuta in una famiglia di artigiani dove il mantra “pensa ad oggi che domani chissà se ci siamo ancora” dettava legge, una famiglia che ha sempre vissuto il momento sfruttando al meglio le proprie risorse.

Io, a differenza loro, non ho mai pensato al presente. Sono sempre rimasta bloccata in un futuro, un mondo onirico dove tutto è possibile e di cui sono un narratore inaffidabile.

Il mio modo di vedere questa “non realtà” si riflette nei miei lavori che spesso si ispirano ai miei sogni lucidi, all’innocenza e alla complessità umana, entrando in un loop dove si perde il senso critico.
Da piccola volevo fare il medico; mi affascinava il corpo umano e come potesse essere così complesso e fragile allo stesso tempo, ma dopo il mio primo viaggio in Inghilterra, dove a 12 anni ho comprato la mia prima macchina da cucire, ho pian piano imparato a esprimere quei pensieri sconnessi che mi tornavano in mente ogni notte.
Ho quindi scelto di seguire questo percorso anche come istruzione superiore di secondo grado, grazie alla quale ho vinto una borsa di studio che, insieme a tanti sacrifici, mi ha permesso di trasferirmi a Milano e studiare fashion design allo IUAD.

I am Manuela Esposito, an aspiring fashion designer born in Naples, in 2002. Raised in a family of artisans where the mantra “think about today, who knows if we’ll still be here tomorrow” dictated the law, a family that has always lived in the moment making the most of its resources. Unlike them, I have never thought about the present. I have always been stuck in a future, a dream world where anything is possible and of which I am an unreliable narrator. My way of seeing this “non-reality” is reflected in my works which are often inspired by my lucid dreams, innocence and human complexity, entering a loop where the critical sense is lost. As a child I wanted to be a doctor; I was fascinated by the human body and how it could be so complex and fragile at the same time, but after my first trip to England, where I bought my first sewing machine at the age of 12, I slowly learned to express those disjointed thoughts that they came back to me every night. I therefore chose to follow this path also as a second degree higher education, thanks to which I won a scholarship which, together with many sacrifices, allowed me to move to Milan and study fashion design at IUAD.