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Federica Petri

Federica Petri

University / School

Istituto Modartech

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Questo portfolio raccoglie una selezione di progetti che rappresentano il mio percorso, la mia ricerca e il mio sguardo sul mondo attraverso il design della moda. Ogni lavoro nasce da un’urgenza espressiva e da una riflessione personale sul corpo, sulla memoria e sul valore della manualità.

Il tessuto è per me un mezzo narrativo: lo manipolo, lo decostruisco, lo stratifico per raccontare storie che parlano di identità, nostalgia e trasformazione.

Ho iniziato esplorando il denim, materiale che ritorna spesso nel mio lavoro, reinterpretandolo attraverso il linguaggio delle creature marine. Attraverso manipolazioni tessili manuali , pieghe, cuciture a rilievo, trattamenti materici — ho evocato la tridimensionalità e il movimento di un mondo sommerso, fluido e poetico.

Da lì, la sperimentazione si è spostata verso un’altra direzione: la decostruzione del denim come metafora della femminilità vista come corazza. In questo progetto, ho destrutturato capi già esistenti per ricostruirli in forme scultoree che raccontano la dualità del corpo femminile: luogo di forza e fragilità, di protezione e vulnerabilità.

La sostenibilità è un altro tema centrale nel mio percorso. In un progetto collettivo, abbiamo sviluppato un outfit scomponibile e modulare, pensato per promuovere la circolarità. Ogni parte del capo può essere rimossa o riassemblata, in un’ottica di durabilità, trasformazione e gioco, valori che cerco di portare sempre nel mio lavoro.

Il gioco è infatti una componente fondamentale del mio immaginario, e lo ritrovo nel progetto dedicato alla maglieria e all’estetica Kidcore, in cui ho unito tecniche di maglieria a macchina e applicazioni all’uncinetto per dare vita a capi ironici, colorati e infantili, ma con una struttura adulta. È un ritorno all’infanzia, filtrato però da uno sguardo consapevole.

Tutti questi mondi confluiscono nella mia collezione di tesi, un racconto visivo del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, costruito attraverso ricordi, emozioni, riferimenti agli anni 2000 e alle uniformi scolastiche degli anni ’60. I capi mescolano centrini all’uncinetto, stampe pop, grafiche, serigrafie e dettagli artigianali, divisi in due anime: una più morbida e nostalgica, l’altra più strutturata, quasi ribelle. È una collezione che parla di crescita, di memoria e di identità, con uno sguardo che unisce l’estetica romantica alla sperimentazione contemporanea.

Questo portfolio è, in fondo, un autoritratto: fatto di tessuti, ricordi, tentativi e trasformazioni. È il mio modo di raccontare chi sono, attraverso ciò che creo.

This portfolio brings together a selection of projects that represent my journey, my research, and my perspective on the world through fashion design. Each work stems from an expressive urgency and a personal reflection on the body, memory, and the value of craftsmanship.

For me, fabric is a narrative medium: I manipulate it, deconstruct it, and layer it to tell stories about identity, nostalgia, and transformation.

I began by exploring denim, a material that frequently returns in my work, reinterpreting it through the language of marine creatures. Through manual textile manipulations like pleats, raised seams, tactile treatments — I evoked the three-dimensionality and movement of a submerged, fluid, and poetic world.

From there, the experimentation shifted toward another direction: the deconstruction of denim as a metaphor for femininity seen as armor. In this project, I deconstructed existing garments to rebuild them in sculptural forms that express the duality of the female body: a space of strength and fragility, of protection and vulnerability.

Sustainability is another key theme in my path. In a group project, we developed a modular and detachable outfit designed to promote circularity. Each part of the garment can be removed or reassembled, embodying durability, transformation, and playfulness—values I strive to embed in all my work.

Play is, in fact, a fundamental part of my creative world, and I embraced it in a project dedicated to knitwear and the Kidcore aesthetic. I combined machine knitting techniques and crochet applications to create colorful, ironic, and childlike garments with a mature, structured construction. It’s a return to childhood, but filtered through a conscious lens.

All these worlds converge in my thesis collection: a visual narrative of the transition from childhood to adolescence, built through memories, emotions, references to the 2000s, and 1960s school uniforms. The garments combine crochet doilies, pop prints, graphic, laser details, and handcrafted elements, divided into two souls: one softer and nostalgic, the other more structured and rebellious. It’s a collection that speaks of growth, memory, and identity, blending romantic aesthetics with contemporary experimentation.

This portfolio is, in the end, a self-portrait: made of fabric, memories, attempts, and transformations. It’s my way of telling who I am, through what I create.