A ME VEL PRO ME
At the intersection of conscience and subconscious, this collection dramatically explores the question of fate: is it a choice we make or something predetermined? It unveils the Theatre of Life, where one might wonder whether they are the scriptwriter or merely a puppet in the play. This collection encourages self-questioning and offers opportunities for reflective answers. It creates an expansive space filled with constructed distortions, rational collapses, and predestined distinctions, placing individuals on a contrasting stage between long-lost beginnings and contemporary glamour.
Al crocevia tra coscienza e subconscio, la collezione mette in drammatica evidenza la questione del destino, se sia una nostra scelta oppure qualcosa già deciso per noi. Porta con sé il velo del Teatro della Vita, dove il soggetto si chiede se sia lo sceneggiatore o la marionetta della rappresentazione. Invitando all’auto-interrogazione e a risposte introspettive, la collezione è uno spazio infinito di distorsioni costruite, crolli razionali e distinzioni predestinate, che collocano l’individuo sul palcoscenico contrastante di inizi perduti e di un glamour contemporaneo.





















